La Rimini Beach Mini Maker Faire di ASTER e della rete regionale Mak-ER
ASTER e la rete MAK-ER hanno promosso e partecipato alla Rimini Beach Mini Maker Faire. Leggi il racconto di questi suoi due protagonisti attraverso le immagini e i numeri
I numeri del successo
Domenica 15 novembre si è conclusa la prima edizione della Rimini Beach Mini Maker Faire. Una prima edizione dai numeri molto interessanti: 10.000 presenze, 320 maker coinviolti e un entusiasmo contagioso. BluNautilus, assieme a MakeRN e FabLab Romagna hanno strutturato una manifestazione che ha saputo affascinare e incuriosire i visitatori, dai ragazzi delle scuole del sabato mattina alle famiglie della domenica pomeriggio, puntando su progetti di qualità selezionati tra quelli raccolti con la Call for Makers e su workshop e momenti di approfondimento di alto livello.
Anche ASTER ha contribuito al successo dell’iniziativa, coordinando i lavori all’interno dello spazio Mak-ER’s Beach, un fablab temporaneo di quasi 400 mq, cuore della fiera, e organizzando quattro workshop tematici per riflettere su questioni care non solo ai maker ma anche alle istituzioni e alla società civile: il rapporto possibile tra maker e imprese, il nuovo ruolo della scuola e il possibile rapporto con i fablab nel percorso educazione – formazione – occupazione, l’open innovation come strumento di problem solving per le cooperative sociali e gli aspetti legali nel mondo dell’open source.
Con il supporto tecnico dell’architetto Francesco Bombardi e di SlowD, ASTER ha poi voluto caratterizzare questa Rimini Beach Mini Maker Faire sperimentando un processo collaborativo fondato sul coinvolgimento dei maker e fablab della rete regionale MAK-ER chiamati a reinventarsi gli impianti balneari del futuro e a immaginarsi una nuova piattaforma di fabbricazione condivisa.
Nel contesto di una imminente modifica delle normative europee riguardanti la gestione delle coste, si è voluto proporre un nuovo modello di intervento per permettere il rispetto delle nuove norme da parte degli imprenditori balneari e valorizzare una nuova filiera produttiva locale e agile, fondata su:
- una selezione di prototipi, dalla struttura modulare ideale per il nuovo stabilimento;
- una rete di spazi fisici sul territorio presso cui fabbricare in autonomia i prodotti distribuiti con licenze aperte, trovare supporto oppure ordinare la realizzazione degli impianti scegliendo tra diverse proposte e con diversi gradi di personalizzazione.
- un sistema di aziende connesse ai fab lab in grado di fabbricare on-demand e di dare garanzie sui numeri, sulla qualità e sulla continuità della produzione, quando richiesta.
L’hackeraggio del prototipo ha dimostrato come attraverso le competenze della rete e le tecnologie a disposizione dei maker sia stato possibile realizzare non solo un nuovo prodotto, ma una vera e propria piattaforma collaborativa in grado di sviluppare, con il lavoro congiunto di attori diversi, soluzioni complesse in risposta ad esigenze concrete dei territori nel rispetto delle normative vigenti e in un’ottica di interazione sempre più strutturata con il digitale.
Il prototipo è stato il pretesto per dimostrare la potenza di fuoco della rete regionale su un progetto comune e corale. Il modello sperimentato è stata l’occasione per porre al centro delle riflessioni il ruolo e la funzione che questi nuovi attori, maker e fablab, possono svolgere nel nostro ecosistema regionale dell’innovazione e dello sviluppo.
La sfida ora è quella di provare a dare seguito alla proposta avanzata individuando soggetti, istituzionali e privati, interessati ad investirci.
Quale sarà lo stabilimento balneare del futuro? Saranno i maker parte attiva nella sua ideazione?
Rimanete “sintonizzati” su sito Mak-ER perchè questo è solo l’inizio!
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